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Gli italiani hanno le tasche vuote

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Venerdi 31 Luglio 2009 – 10:32 – Fabrizio Di Ernesto stampa
Gli italiani hanno le tasche vuote


È un Italia in ginocchio quella illustrata dall’ultimo rapporto dell’Istat, l’istituto di ricerche più famoso della Penisola, sulla povertà relativa nel 2008.
Su una popolazione di circa 60 milioni di persone, stranieri inclusi, sono più di otto milioni i cittadini poveri, ovvero poco meno del 15% dei residenti; circa un quarto di questi si trovano a vivere in una condizione di povertà relativa, fenomeno diffuso soprattutto nelle regioni meridionali dove l’incidenza di povertà relativa è quasi cinque volte superiore a quella del resto del Paese.
Per quanto questi numeri siano allarmanti, l’Istat minimizza, ricordando che ormai sono praticamente quattro anni che la percentuale di famiglie relativamente povere, tenendo presente che la soglia di povertà per un nucleo di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona e che nel 2008 questa è risultata pari a 1000 euro, si mantiene stabile e che, per giunta, anche i profili della famiglie povere sono rimasti immutati.
L’istituto di via Cesare Balbo ha spiegato che il dato sostanzialmente uguale registrato negli ultimi due anni deriva dal fatto che a fronte di un peggioramento osservato tra le tipologie familiari che tradizionalmente presentano un’elevata diffusione della povertà, c’è stato un piccolo miglioramento della condizione delle famiglie di anziani.
A riscontrare maggiori difficoltà per arrivare a fine mese sono ovviamente le famiglie più numerose, specie per quelle con figli ancora al di sotto della maggiore età. Grosse difficoltà anche per quelle famiglie dove c’è un solo genitore o dove il capofamiglia è alla ricerca di una qualche occupazione; aumentate le famiglie considerate povere tra quelle che percepiscono esclusivamente redditi da lavoro, e cioè con componenti occupati, e ancor più quelle con a capo un lavoratore in proprio. Soltanto le famiglie con almeno un componente anziano mostrano una diminuzione dell’incidenza di povertà che è ancora più marcata in presenza di due anziani o più.
In totale stando ai dati risultati dallo scorso anno, in Italia 1.126.000 famiglie sono risultate in condizioni di povertà assoluta; di conseguenza quasi cinque italiani su cento possono essere considerati “i poveri tra i poveri”, dal momento che non possono conseguire uno standard di vita minimamente accettabile.
Sempre con riferimento ai dati sulla povertà relativa, il fenomeno, spiega ancora l’Istat, è inoltre associato a bassi livelli di istruzione della persona di riferimento, a bassi profili professionali e, soprattutto, all’esclusione dal mercato del lavoro.
L’Italia fotografata dall’Istat è una nazione in ginocchio, con le responsabilità che sono tutte da attribuire alla Casta. Centrodestra e centrosinistra si sono equamente alternati al governo in questi ultimi quindici anni, eppure non c’è stato nessun serio intervento in sostegno dei redditi, specie i più bassi, o delle pensioni. Mancano poi politiche atte a facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, dove le uniche riforme attuate, pacchetto Treu e legge Biagi, sono state capaci solamente di regalare ai giovani l’illusione di avere una qualche occupazione e nulla più. Non esistono poi politiche per riqualificare ed aiutare le persone che perdono il lavoro ad una età avanzata.
Drammatico poi è stato il passaggio dalla lira all’euro non solo con il cambio, accettato dall’allora maggioranza di centrosinistra, fin troppo penalizzante, ma anche con il successivo governo di centrodestra che non ha vigilato nel modo adeguato al conseguente aumento dei prezzi che sono praticamente raddoppiati.
In Italia mancano politiche sociali e questi sono i risultati; anche se la Casta continua colpevolmente a voltare la testa dall’altra parte, anche se l’Eurostat annuncia che nell’eurozona il tasso di risparmio delle famiglie è tornato ai massimo storici dal 1999, dato che però poco o nulla sembra calzare con la realtà nostrana.

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