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Sicilia: Lombardo attacca il governo sui Fas

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Giovedì 30 Luglio 2009 – 7:49 – Rinascita stampa
Sicilia: Lombardo attacca il governo sui Fas

I veri problemi per il governo e la maggioranza non stanno venendo, come prevedevano molti, dalla Lega di Bossi ma dal suo stesso interno. La nascita di un Partito del Sud, una sorta di Lega meridionale, è stata ventilata dal governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, leader del Movimento per le Autonomie, ed ha subito trovato delle sponde sia nel PD che nello stesso centrodestra, con un esponente storico di Forza Italia, come il siciliano Gianfranco Micciché che la ha rilanciata.
Una settimana fa, l’ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro (Udc), aveva cantato il de profundis per il centrodestra affermando come il PdL sia prossimo allo sfascio e che con la fine della leadership berlusconiana l’intero quadro politico nazionale sia destinato a ricomporsi e quindi obbligato a creare una nuova forza politica e a scegliersi un altro leader che negli auspici di Cuffaro non potrebbe esssere che Pierferdinando Casini. Sul piano siciliano Micciché ha da parte sua messo in atto un’intensa campagna di reclutamento di politici prelevati in particolare dagli ex funzionari del suo ex partito
In questo gioco di sponda, si è ora inserito di forza lo scontro tra Lombardo e Berlusconi sullo sblocco dei Fas, i fondi per le aree sottoutilizzate, che il primo accusa il secondo di avere sottratto al Sud e alla Sicilia per coprire altri buchi. Una polemica che si è aggiunta a quella, arrivata da diverse amministrazioni locali sui ritardi per la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche come il completamento della Salerno-Reggio Calabria e il ponte sullo stretto di Messina. “Dove sono gli investimenti promessi?”, hanno lamentato ieri i presidenti delle Regioni riuniti a convegno a Roma. Lombardo in particolare ha chiesto al governo che nella riunione del Cipe di venerdì prossimo si risolva definitivamente la vicenda dello sblocco delle somme FAS destinate alle regioni meridionali. Quelle per la Sicilia ammontano a 4,093 miliardi di euro. Nei giorni scorsi Berlusconi si è impegnato a intervenire a favore del Mezzogiorno. “Ma lo sblocco delle somme non è ancora all’ordine del giorno della seduta del Cipe – ha avvertito Lombardo - e non risolvere la vicenda in questa occasione sarebbe in realtà molto grave”. La Sicilia, ha insistito, ha fatto tutto ciò che le era stato chiesto, rimodulando secondo le indicazioni il piano di attuazione regionale per l’impiego dei fondi che le erano stati destinati. Questi interventi, ha precisato, sono indispensabili per assicurare la tenuta economica e sociale di tutte le regioni del Sud dinanzi a una crisi di portata epocale. Ogni ritardo può provocare “ripercussioni imprevedibili”. Lombardo l’ha quindi buttata sul campanilistico affermando che è già difficile accettare che l’assegnazione di quei fondi alle regioni del nord abbia più volte violato la ripartizione di legge che vuole l’85% delle risorse assegnate al sud e il 15% al resto d’Italia. Il governatore ha messo però le mani avanti per spiegare che la sua priorità è che si parli di Mezzogiorno e di una questione meridionale che era stata archiviata o ridotta a questioni di criminalità o inefficienza. Così se non verrà risolto il nodo del Fas, lui solleverà l’argomento in sede europea. Il Fas ci è stato sequestrato, ha accusato Lombardo, si tratta di un fondo concordato con l’Europa. I fondi strutturali europei sono addizionali a una risorsa che il nostro governo ci deve dare. L’Europa aggiunge qualcosa a quello che i governi devono investire in un territorio per farlo uscire dal divario economico.
Resta però il fatto che gli amministratori delle regioni del Sud hanno dimostrato una particolare inadeguatezza a gestire i fondi pubblici europei e italiani. E le difficoltà finanziarie crescenti che incontrano le giunte di diverso colore, da Vendola in Puglia e Bassolino in Campania fino appunto a Lombardo in Sicilia ne sono la evidente dimostrazione.

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