Nel settembre del 1995 ebbe luogo presso il Fairmont Hotel di San Francisco, promosso dalla Gorbachev Foundation il primo convegno non a caso denominato “Forum sullo stato del Mondo”, un “colloquio” riproposto sulla falsa riga del messaggio presidenziale statunitense sullo “stato della Nazione”. Il presidente della Fondazione Jim Garrison coordinava la riunione tra personalità della politica e dell’economia atlantica – circa 500 - intervenute da tutto il mondo, compresi Margaret Thatcher, Maurice Strong, Vaclav Havel, Bill Gates, Ted Turner, Zbignew Brzezinski, George Bush e Mikhail Gorbachev. Argomento del “colloquio” la necessaria unità dell’umanità e il possibile futuro controllo globale, attraverso un’unica istituzione governativa mondiale, dell’ordine politico ed economico internazionale, per evitare scelte nazionali sovrane e il rischio di contraccolpi negativi alla dittatura democratica del capitale. Si tracciavano cioè le direttrici di quello che – crollata l’Urss – avrebbe dovuto diventare il “nuovo ordine mondiale” unipolarmente guidato dagli Stati Uniti d’America. Un “nuovo ordine mondiale”, si badi bene, che avrebbe dovuto contare – queste le analisi concordi degli “illuminati” – sul lavoro del 20 per cento dell’umanità e che dunque, di converso, avrebbe espulso dalla attività sociale il restante 80 per cento della popolazione mondiale, provocando ovvie crisi e frustrazioni. In seguito, nelle altre riunioni di tali “illuminati”, tenute a porte chiuse per evitare “inconvenienti politici”, al concetto del “nuovo ordine mondiale” fu sostituito la più delicata perifrasi di “controllo della globalizzazione”. Alla domanda chiave sul metodo da adottare per esorcizzare in auspicabili (sic) ritorni alla sovranità nazionale e alla libertà dei popoli di scegliere il proprio destino, rispose, a San Francisco, Zbignew Brzezinski. La sua testuale proposta fu quella di utilizzare il “tittytainment”. Gli ingredienti di questa ricetta magica per “normalizzare il mondo”, erano semplici e furono illustrati appunto dallo stesso ideologo liberal-democratico ed influente membro della Trilateral Commission: “tittytainment” era il termine coniato ad hoc dallo stesso Brzezinski per descrivere la propaganda da utilizzare per proteggere i principii capitalisti e neo-liberali che governano la globalizzazione. Questo “tittytainment” – un termine composto da tit (seno) e entertainment (divertimento) e che allude all’effetto calmieratore, soddisfatto e soporifero in un neonato conseguente all’assunzione del latte dal seno materno – secondo Zbignew Brzezinski è il necessario “cocktail di divertimento abbrutito e d’alimentazione sufficiente che permettono di mantenere di buonumore la popolazione frustrata del pianeta”. Il tittytainment: una forma di censura psichica e fisica, di propaganda e disinformazione, con il fondamentale obiettivo di minimizzare, agli occhi dei popoli, gli effetti tossici che la corrente globalizzazione inietta in gran parte della popolazione mondiale. Una droga culturale per asservire i popoli, che continua ad essere iniettata attraverso i media in dosi massicce nei quattro angoli del mondo.
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