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Agosto “caldo” in Afghanistan

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Venerdi 31 Luglio 2009 – 10:07 – Matteo Bernabei stampa
Agosto “caldo” in Afghanistan



Le elezioni del prossimo 20 agosto potrebbero essere il casus belli per far esplodere in maniera universale la rabbia del popolo afghano nei confronti delle forze internazionali. Ai singoli contingenti della missione Isaf si stanno aggiungendo in questi giorni i rinforzi, inviati dai Paesi che partecipano alla missione della Nato, per garantire il regolare svolgimento della consultazione elettorale. Cosa che sta incrementando in maniera esponenziale il senso di oppressione che da sempre aleggia tra popolazione civile. Anche perché è ormai quasi una certezza che le unità di rinforzo, che inizialmente avrebbero dovuto essere temporanee, si insidieranno in via definitiva, aumentando così il già elevato numero delle forze di occupazione straniere presenti nel Paese. Una prima conferma su questa possibilità è arrivata dal presidente spagnolo Jose Luis Zapatero. “Siamo sempre stati disposti a fornire truppe aggiuntive per appoggiare le elezioni, come stiamo facendo attualmente - ha dichiarato ieri il premier iberico in un’intervista al New York Times - e se fosse necessario mantenere una maggiore presenza in Afghanistan, saremo pronti a farlo”. Madrid però non è sola, anche i politicanti nostrani hanno dato la propria disponibilità ad un aumento del contingente italiano. A quanto pare tutti vogliono svincolarsi dal conflitto afghano, ma nessuno ha il coraggio di disobbedire alla Casa Bianca. Ma mentre gli alleati degli Usa organizzano una nuova invasione, i talibani si preparano a dare battaglia e in un messaggio diffuso ieri “dall’Emirato islamico d’Afghanistan” hanno invitato tutti gli afghani ad unirsi alla Jihad e a boicottare le finte elezioni volute da Washington. “Prendere parte a queste elezioni – si legge nel testo - significa simpatizzare per gli invasori e sostenere gli americani, e dunque dare una legittimità alla loro occupazione. Tutti i mujaheddin devono garantire che questo processo impuro fallirà. Devono lanciare operazioni contro le basi ostili, devono impedire alla gente di prendere parte alle elezioni. Tutti gli afgani devono boicottare questo processo americano menzognero, per ristabilire una reale indipendenza anziché recarsi ai seggi devono aggiungersi ai ranghi della guerra santa e con la resistenza e la jihad devono liberare il loro paese occupato dagli invasori”. A quanto pare su una cosa Obama aveva ragione: quello che sta iniziando sarà un agosto di guerra e sangue.

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