Il nostro amico Dragos - ormai da tre anni e per sempre di guardia alle terre dove la Sava si annulla nel Danubio - si chiedeva, con un freddo interrogativo ipotetico del terzo tipo (irrealtà): “l’Unione europea è realmente europea?”. No. Per Dragos - scrittore, artista, intellettuale nazionalista e socialista serbo, senatore della Repubblica Srpska di Bosnia - come anche per noi l’entità atlantica chiamata “Ue” non è affatto europea. Anzi, peggio: l’Ue è un tumore che distrugge l’Europa. Lo sapevamo, lo sappiamo. E lo dimostra anche quanto accaduto in questi giorni e ieri tra Belgrado, New York e Bruxelles. Nella capitale serba, da una ventina d’anni costretta al ruolo di incubatrice-madre delle speculazioni valutarie e delle “rivoluzioni arancioni” inventate dal finanziere ebreo-americano Georges Soros, il Partito “socialista” (sic) già diretto da Slobodan Milosevic si è alleato nel governo “democratico” e filo-occidentale voluto dal presidente Tadic, tradendo, per trenta denari, il voto popolare appena ricevuto e scuotendo nella bara lo stesso Milosevic suicidato a l’Aja. E come primo atto di “governo” ecco, lunedì sera, la cattura di Radovan Karadzic, il presidente serbo-bosniaco (amico e fratello di partito e di lotta di Dragos) dichiarato criminale di guerra per aver difeso la sua patria dall’estinzione. Immediata la soddisfazione dell’Onu che, con Ban Ki-moon, ha dichiarato l’arresto “storico” perché consentirà al tribunale (fantoccio: giudica soltanto i nemici degli atlantici, non gli aggressori d’Occidente in Kosovo o in Afghanistan, o in Iraq...) dell’Aja di “fare il suo lavoro” di fazione. E più che immediata la soddisfazione degli eurocrati, quelli che guidano “il mercato Ue”: dalla presidenza francese a Barroso, e all’italiano Frattini. Per tutti l’arresto di Karadzic apre le porte dell’Unione europea alla Serbia, altrimenti costretta al ruolo di Stato-canaglia perché non democratico ma nazionalista e protettore dei suoi cittadini più politicamente scorretti. No. L’Unione europea non è europea. Ha progettato e imposto la completa rovina degli Stati nazionali europei. Ha travolto le radici culturali dei suoi popoli. Ha trasformato i suoi cittadini in una massa informe di consumatori. Ha inviato i suoi soldati in giro per il mondo - e, con la Nato, nel 1999, proprio contro la Serbia, nel cuore stesso dell’Europa - a sporcarsi le mani nelle aggressioni, nelle invasioni, nelle occupazioni di Stati sovrani volute dal grande padre bianco di Washington e dal suo cameriere di Downing Street. No. L’Unione europea non è affatto europea. E’ atlantica, al servizio delle banche e dei fondi assicurativi e speculativi di Wall Street e della City, al servizio delle multinazionali, al servizio di quella grande finanza che non vuole popoli e patrioti, ma masse di consumatori, di clientes e di schiavi. Che vuole cancellare le nazioni e giustiziare, all’Aja, chi ama la libertà della sua terra, del suo popolo. Noi non amiamo l’Ue, il suo “mercato unico”, la sua identità mercenaria e coloniale tale e quale alla sua bandiera fatta con i colori e con le stelle delle tredici originarie colonie inglesi nel “Nuovo mondo”. Noi soli. Gli ultimi europei. Gli ultimi socialisti. Gli ultimi patrioti.
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