Salsomaggiore e Chianciano sono due notissime stazioni termali, la prima in provincia di Parma, la seconda in quella di Siena. Le loro acque hanno importanti proprietà curative, ma difficilmente potranno curare i malanni della sinistra cosiddetta radicale, che però ha scelto proprio queste due cittadine per i suoi congressi ovvero per la resa dei conti all’interno dei singoli partiti spazzati via dal parlamento dagli elettori italiani. Soprattutto Chianciano sembra il crocevia di tutti i destini di questa sinistra. Al Palamontepaschi della cittadina senese il 29 giugno scorso la Sinistra democratica di Fava e Mussi lanciò la proposta di una nuova costituente della sinistra pronta a dialogare con il Pd; a Chianciano sono in questo fine settimana in conclave i Verdi e sempre a Chianciano la prossima settimana si consumerà il congresso all’ultimo voto di Rifondazione. A Salsomaggiore invece è di scena il congresso dei Comunisti italiani di Diliberto. La parola “sinistra arcobaleno” è ovviamente tabù per tutti dopo il devastante risultato elettorale. Se però Mussi & Co(mpagni) sembrano aver già quasi deciso per un ritorno all’ovile (sempre ammesso di ritrovare il Pd ancora in piedi tra qualche mese), più complicata appare la situazione tra i Verdi. La soluzione più probabile è una non-decisione ovvero l’approvazione di una mozione che di fatto rimanda ogni scelta al dopo elezioni europee. C’è però in ballo anche una mozione presentata da Boato che prevede la completa rifondazione del partito, più altre tre mozioni “minori”. Ambizioso il progetto di Diliberto. Il professore di diritto romano vorrebbe riunire “sotto il tetto della stessa dacia” tutti i superstiti del comunismo in Italia sparsi anche dentro Rifondazione, Sinistra critica e il partito di Marco Ferrando. Le decisioni del Pdci non possono però bastare da sole ed occorrerà attendere il risultato del congresso di Rifondazione della prossima settimana. Diliberto ha così potuto fornire solamente due tipi di “collanti”: il solito antiberlusconismo (che dal punto di vista ideologico non si capisce bene cosa sia) e, questa è la novità, precisi paletti contro Veltroni, definito “l’uomo degli slogan postumi”. In tutto questo sfavillio di rosso, di falci e di martelli, di ambientalismo, di antifascismo, di comunismo (anche se in salsa liberista), di beghe correntizie degne della vecchia Dc non si scorge nemmeno un accenno di progetto per uno Stato socialista, non si intravede nemmeno un barlume di difesa della libertà dei cittadini italiani, di lotta contro la globalizzazione, di ribellione contro il mondialismo ed i suoi rappresentanti, contro l’usurocrazia, contro i nuovi schiavisti del ventunesimo secolo. Così, alla fine, tutte le “strategie” congressuali di questa pseudosinistra dovranno passare sotto le forche caudine della riforma del sistema elettorale per le europee che il leghista Calderoli sta approntando. La rivoluzione (ammesso che si usi ancora questa parola da quelle parti) sarà condizionata dalla percentuale di sbarramento, così come le alleanze. Cari compagni, siete a Chianciano e Salsomaggio-re, cosa perdete tempo a fare in congressi inutili, andate a passare le acque.
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