La nomina di Barroso (foto) è sempre in bilico e mentre cerca consensi a destra e a manca emerge l’opposizione di alcuni gruppi politici in seno all’Europarlamento. Il presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) Martin Schulz non voterà per la conferma di José Manuel Barroso alla guida della commissione europea al voto in assemblea plenaria la prossima settimana a Strasburgo. È stato lo stesso Schulz a riferirlo. “Io non voterò per il signor Barroso - ha dichiarato - ma seguirò i suggerimenti del mio gruppo”.
L’eurodeputato ha infetti sottolineato di voler cercare “l’unità del gruppo”. E ha ricordato: “Cinque anni fa fummo compatti nel voto vorrei che lo fossimo anche in questa occasione”. Schulz ha però ricordato che “sette primi ministri del gruppo socialista hanno appoggiato quest’uomo”, facendo dunque capire che sarà difficile una unità su un voto negativo. Tuttavia, “è troppo presto per dire quale sarà la nostra decisione”, ha sottolineato Schulz. Il presidente ha poi sottolineato che il prossimo “ministro degli Esteri” dell’Unione europea secondo le nuove regole del Trattato di Lisbona dovrà provenire dalle fila dei Socialisti e Democratici europei. Il Trattato di Lisbona prevede che il responsabile degli Esteri (che in realtà continuerà a chiamarsi Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue) sia anche vicepresidente della commissione. “Noi vogliamo - ha osservato Schulz - che l’Alto rappresentante provenga dal nostro gruppo, visto che la carica più alta proviene dalle fila dei Popolari”.
Il capogruppo S&D ha inoltre chiesto a Barroso che applichi una politica più decisa verso un’Europa sociale, “secondo il principio pari lavoro, pari salario, no al dumping sociale”.