Ha turbato molti la passerella trionfale di Hugo Chávez: non tollerano gli applausi scroscianti e l’ovazione, a Venezia, per il capo dello Stato del Venezuela. Ma quello del presidente venezuelano alla Mostra del cinema per presentare il film di Oliver Stone a lui dedicato, “South of the border”, è stato un vero trionfo. La pellicola che lo riguarda è un omaggio del regista di “Fidel”, film sul líder maximo cubano, al capo della rivoluzione bolivariana che sta affrancando l’America Latina dall’influenza statunitense. I tromboni nostrani, da destra a sinistra - tranne i recentemente illuminati sulla via di Caracas di Rifondazione e Pdci – condannano. Con sfumature che vanno dalle accuse di comunismo conclamato alle menate su diritti umani e democrazia. Perle ai porci. Non a caso il governo italiano, fedele al padrone d’oltreoceano, si è ben guardato dall’inviare a Venezia un suo qualunque rappresentante per accogliere un capo di Stato uscito vincitore da 13 elezioni svoltesi democraticamente. Oliver Stone, nelle sue dichiarazioni rilasciate in occasione della prima, ha apertamente ed entusiasticamente appoggiato la rivoluzione chavista affermando senza mezzi termini che molti dei Paesi considerati dagli Usa e da molta stampa internazionale “non democratici”, vengono così definiti solo in maniera strumentale. Washington ha paura, sostiene il regista, di perdere il controllo di queste nazioni perpetrato fino ad ora grazie prestiti del Fondo Monetario Internazionale. “South of the Border”, secondo il regista, nasce anche “per combattere il livello di stupidità della stampa, un fenomeno questo davvero impressionante”. La nuova stagione latinoamericana, propagatasi dal Venezuela alla Bolivia, all’Ecuador, passando per Nicaragua, El Salvador, e che influenza Argentina e Brasile è stata “voluta proprio da Chávez, che si ritrova contro non solo il gigante degli Usa, ma anche le multinazionali” . Un cineasta, Stone, nell’insolita veste di “portavoce” statunitense della rivoluzione bolivariana. Oliver Stone è un regista celebrato, e si può permettere di mostrare la verità così com’è. Lo farà anche con Ahmadinejad, lo ha già annunciato. Proprio il presidente iraniano ha accolto domenica a Teheran Hugo Chávez, col quale ha sottoscritto importanti accordi in numerosi settori, primo fra tutti quello petrolifero. Il nuovo asse geopolitico mondiale anti capitalista passa anche per la macchina da presa…
|