Cambiano i sistemi elettorali, mutano sigle e colori, nuovi attori si affacciano sul palcoscenico della politica, ma loro sono sempre lì. Refrattari e resistenti a tempeste ed eruzioni, ad inchieste e congressi. Sono gli irriducibili della politica, gli uomini d’apparato, i colonnelli buoni per tutte le stagioni. E quando sembrano ormai fuori gioco ritornano e vengono pure rieletti. La ristrutturazione della casa del potere operata con gli sbarramenti imposti dalla nuova legge elettorale e con i parlamentari eletti nelle liste bloccate approntate dalle segreterie dei partiti ha resistito solo pochi mesi. Poi è arrivata una competizione con il tradizionale sistema delle preferenze e in Campania ogni cosa è tornata al proprio posto. Andrea Cozzolino, Ciriaco De Mita e Clemente Mastella. I tre interpreti di punta del copione bassoliniano, eletti a suon di voti all’europarlamento, sono pronti a garantire la continuità del mega-apparato che ha imperato in questi anni in Campania, lanciando il guanto di sfida sia agli imberbi neofiti benedetti dalle segreterie romane che a qualche loro ex subalterno messosi in proprio. Il primo, braccio destro di Bassolino, ha retto i cordoni della borsa della Regione e del bassolinismo, guidando lo strategico assessorato alle Attività Produttive e all’Agricoltura. Gli altri due, pezzi da novanta della Prima Repubblica e grandi trombati alle politiche del 2008 in nome di un fantomatico rinnovamento, sono ritornati trionfalmente al timone, sfruttando le anomalie interne e la mancanza di riferimenti territoriali di un certo spessore di quel gigantesco non partito che è il Pdl. De Mita ha trovato rifugio in Casini e nell’Udc, interpretando a menadito la politica dei due tavoli. E dopo aver vinto le elezioni provinciali intruppato nel centrodestra, ora strizza l’occhio al centrosinistra per le prossime elezioni regionali, per ricostruire l’asse con Bassolino che ha retto la Campania negli ultimi 10 anni. Mentre Mastella, ex pupillo di De Mita, ha trovato posto nel Pdl nella corsa a Strasburgo, e da allora l’Udeur si sta alleando ovunque col centrodestra. Ma la moglie continua a occupare lo scranno di presidente del consiglio regionale in quota Udeur-centrosinistra. Con il ritorno di Mastella è ritornata anche la Festa del Campanile di Telese Terme (Benevento), tradizionale appuntamento settembrino dove si discute di tutto e del suo contrario. Certo, la Festa mastelliana stavolta è stata povera, breve di durata, spartana negli allestimenti, ma ha riservato un interessante dibattito andato in scena sabato 5 settembre, quando i magnifici tre di cui sopra si sono confrontati su “Elezioni regionali del 2010. – La Regione Campania al centro dell’agenda politica italiana”. Abbiamo ritrovato sullo stesso palco Cozzolino, De Mita e Mastella. I Tre leader che hanno governato la regione e per interposte persone ancora governano hanno discusso in politichese di nomi e alleanze, lasciando chiaramente intendere che chi mira a guidare la Campania dovrà fare i conti con loro. Politica regionale ma non solo...Interessanti sono state anche le riflessioni dell’uomo di Ceppaloni, a margine della Festa dell’Udeur, sul processo di deberlusconizzazione in atto nel centrodestra e sul riposizionamento interno alla maggioranza. “Fini sta cercando di giocare il suo ruolo di destra moderna, ed è sbagliato e scorretto dargli del matto o zittirlo in malo modo, come hanno fatto alcuni suoi alleati - ha dichiarato Mastella - perché il problema, umano e politico, resta tutto”. Il riferimento, naturalmente, è al caso Boffo. Per il politico sannita, si è trattata di una polpetta indirizzata al premier dai poteri forti: “So che ogni volta che si vuole un cambio strategico di governo avviene qualcosa. Ora si ritorna a parlare freneticamente di grande centro. E la polpetta non è finita qua. Sono sicuro che presto ne arriveranno altre”. Se lo dice una vecchia volpe come Mastella, c’è da giurarci...
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