Rinascita intervista Roberto Casinelli del Polpolo delle Liber
Oggi la grande finanza ha il monopolio in diversi settori della vita civile e dell’economia: ci troviamo in un sistema dove quegli stessi attori (visto anche l’art. 105 di Maastricht) hanno subordinato i tre poteri di Montesquieu alla logica del denaro e del guadagno. Le sembra un sistema a “misura di cittadino?
Credo, a dire il vero, che il citato articolo del Trattato di Maastricht, che stabilisce la sovranità monetaria unica della Banca Centrale Europea, abbia poco a che fare con la divisione dei poteri teorizzata da Montesquieu. Il fatto che le banconote in circolazione negli Stati dell’Eurozona siano emesse da un una sola istituzione economica mi pare un aspetto di non particolare rilevanza rispetto all’esistenza della moneta unica. Il sistema è a “misura di cittadino” quando i servizi erogati sono di eccellenza, e, soprattutto, proporzionali alle imposte pagate all’erario. Certamente, per questo, c’è ancora molto da lavorare, ma ciò va a prescindere, credo, dal Trattato di Maastricht e da “Lo spirito delle leggi” di Montesquieu.
La comunanza di interessi con alcune grandi imprese finanziarie o con grandi banche di esponenti di spicco del nostro panorama politico – come Prodi e Draghi – in che modo può influenzare la politica di questi personaggi?
Non credo vi sia comunanza di interessi, ma piuttosto, in alcuni casi, di intenti. Certamente personaggi che hanno vissuto tanto vicino a realtà di grande spicco in ambito bancario e finanziario, hanno migliori conoscenze di tali settori fondamentali in Italia come in tutta Europa, e possono svilupparle, anche in senso positivo.
Quanto è importante, per il futuro italiano ed europeo in questa epoca di globalizzazione economica, una rinascita dell’identità italiana ed europea, che affermi le sue specificità nei confronti delle altre realtà geopolitiche internazionali? È fondamentale che l’Occidente, ed al suo interno l’Italia e l’Europa, sappiano riaffermare con forza le proprie singole identità, forti delle tradizioni e delle radici che ne sono le fondamenta. Penso, a tal proposito, non tanto ad uno spirito patriottico risorgimentale, quanto piuttosto ad un nuovo modo di sviluppare e sostenere le culture proprie di ogni comunità ed, in Europa, non credo si possa prescindere da un riconoscimento della cultura cattolica quale madre e matrice di un’intera popolazione.
Il Pdl ed il Pd hanno dato vita ad una nuova stagione di semplificazione dello scenario politico italiano, favorendo la confluenza di varie formazioni all’interno di un unico contenitore: a suo giudizio, la compresenza nel Pdl di elementi come Dini, la Mussolini o l’ex dc Rotondi in quale maniera può assicurare gli elettori dalla possibilità di future scissioni?
Il Popolo della Libertà, inteso come “partito” in senso vero e proprio, deve ancora nascere. I partiti costituenti, dei quali Forza Italia ed Alleanza Nazionale sono i maggiori, convocheranno i propri congressi per definire le modalità esatte della confluenza nel grande soggetto unico. I movimenti minori, immagino, attraverseranno lo stesso percorso e, dopo la sigla di una comune Carta dei Valori e di un programma politico, entreranno anch’essi nel Pdl. Un cammino tanto meditato, credo, potrà garantire agli elettori che non ci saranno scissioni. Molte importanti fonti di ricchezza e parametri mondiali della stessa stanno aumentando di costo: dall’oro ai carburanti, dall’energia ai generi alimentari primari: quali conseguenze potrà avere tutto ciò sulle tasche e sulle abitudini di vita degli italiani? Cosa cambierà a livello microscopico – all’interno di una singola famiglia – così come macroscopico, ossia a livello nazionale?
È necessario che l’economia italiana si riprenda, ridando ossigeno alle piccole e medie imprese, ai lavoratori, alle famiglie, affinché l’aumento dei prezzi di questi ultimi mesi non abbia effetti catastrofici sulla vita di tutti i giorni. Per questo, il nuovo governo si impegnerà a favorire la produzione e l’equa distribuzione della ricchezza, con una tassazione leggera e, soprattutto, calibrata adeguatamente. Si deve, quindi, attuare un’attenta politica di controllo dei prezzi e una promozione di nuove fonti di energia, volgendo grande attenzione al nucleare. Il Pd, per bocca del suo vicesegretario Dario Franceschini, ha avanzato la proposta di formulare uno sbarramento analogo a quello del parlamento italiano anche per quello europeo, cosa su cui anche il Pdl è sembrato propenso a dialogare: a suo giudizio, tutto ciò non ridurrebbe eccessivamente la possibilità di rappresentare in modo più aderente alla volontà degli elettori la rappresentanza partitica? In altre parole, qual è il giusto equilibrio tra semplificazione, governabilità ed equa rappresentanza?
Il percorso semplificativo che sta avendo effetto in ambito nazionale deve avere riscontro anche in ambito europeo, tanto più se si tiene conto che una sostanziale aderenza tra la rappresentanza al parlamento nazionale ed a quello europeo è fondamentale per evitare confusione nell’elettorato e, soprattutto, incertezza. Il dialogo tra Roma e l’Europa sta alla base del progresso Italiano, e ciò deve essere reso il più semplice possibile, in ambedue i sensi. |