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Josef Weinheber, il poeta che aderì al nazionalsocialismo

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Martedì 13 Maggio 2008 – 15:05 – Harm Wulf stampa
Josef  Weinheber, il poeta che aderì al nazionalsocialismo



Secondo Marino Freschi in “La letteratura nel Terzo Reich” Editori Riuniti, Josef Weinheber è: “il più autentico poeta di lingua tedesca che aderisce al nazismo”. Weinheber nasce a Vienna nel 1892 nel quartiere periferico di Ottakring e perde nel 1904 i genitori e la sorella minore per la tubercolosi. Nel 1910 muore della stessa malattia anche la sorella più vecchia. Trascorre sei lunghi anni in un orfanotrofio in condizioni economiche precarie e nel degrado sociale prima che la madre di un compagno di scuola lo prenda a vivere con se. Dopo il liceo serale, nel 1911, riesce a farsi assumere in un ufficio postale e trascorre molti anni in questo impiego dedicandosi ad uno studio durissimo da autodidatta. Per leggere i classici impara il greco ed il latino e si dedica alla poesia di Hölderlin. Inizia un attività poetica priva di riconoscimenti malgrado la sua indiscussa maestria nello scrivere versi. Nel 1919 Weinheber sposa una giovane ebrea, Emma Fröhlich, che lo incoraggia al lavoro artistico della poesia e della pittura. Il matrimonio finisce in meno di un anno per il rifiuto dell’artista a formare una famiglia, compito a cui non si sentiva pronto. Dal 1919 collabora con il “Die Muskete” periodico satirico viennese e viene influenzato delle opere di A. Wilgans, R. M. Rilke e K. Kraus. Del 1920 la prima raccolta Der einsame Mensch (L’uomo solitario). Nel 1923 esce il suo primo libro Von beiden Ufern (Da entrambe le sponde), e nel 1924 l’autobiografia Das Weisenhaus (L’orfanotrofio) che viene pubblicata dal giornale socialista Arbeiterzeitung e nel 1926 Boot in der Bucht (La nave nella baia). Nel 1927 si converte al protestantesimo e si sposa per la seconda volta con Hedwig Krebs una collega di ufficio. Entra nel partito nazionalsocialista nel 1931 fino alla sua messa fuorilegge in Austria nel 1933. Frequenta gli amici M. Jelusich e R. Hohlbaum. Fino al 1932, anno di pubblicazione di Adel und Untergang (Nobiltà e tramonto), ampliato nel 1934, non ottiene nessun tipo di riconoscimento da parte della critica letteraria che non apprezza il suo rigoroso formalismo classico, il riferimento all’eroismo ed al richiamo del sangue. Queste tematiche, tipiche del movimento völkisch, e l’idea che il poeta incarni l’essenza del popolo piuttosto che la sua individualità lo avvicineranno la movimento nazionalsocialista. “Weinheber si batte contro l’irresponsabilità dell’industria culturale, rivendicando la dignità immacolata della lingua tedesca, evocata dal poeta in ascetica solitudine, lontano dalla trivialità della società e dalla commercializzazione praticata dalla cultura moderna. Lo scrittore resta incurante del disprezzo sociale e superiore al successo e al consenso. Così vorrebbe restare ma, in realtà è tutt’altro che distaccato. Nel 1934 in Sprache zur Abwehr (Motto di difesa) esprime questo suo straziante complesso psicologico e poetico di risentimento e insieme di intenso visionarismo, che si eleva ad una conciliazione tra individualità e comunità popolare. “Mich vollendend, diene ich dem Volke.” (compiendo me stesso servo il popolo). Si chiarisce il collegamento tra il titanismo eroico del singolo, dell’artista e la comunità attraverso quel servizio alla lingua identificato con la parola d’ordine nazionalsocialista di servire il popolo. M. Freschi op. cit. pag. 188. Nel 1936 gli viene attribuito del Wolfgang Amadeus Mozart-Preis, un premio istituito dal cittadino americano Ernst Toepfer e dal fratello Alfred industriale di Amburgo per riparare i torti subiti dal popolo tedesco dall’iniquo trattato di Versailles. Con il denaro del premio acquista una casa a Kirchstetten la “Aigenhof” dove vivrà con la moglie fino al 1945: molte delle sue poesie nasceranno in questa casa. Nel 1937 esce O Mensch, gib acht (O uomo, fai attenzione) schizzi e canzoni in forma popolare. Nel 1938 Zwischen Götter und Dämonen (Tra dei e demoni) quattro odi sulla visione della realtà in cui raggiunge la perfezione formale del classico ispirandosi ancora ad Orazio e a F. Hölderlin. Il meglio della sua poesia è tuttavia contenuto in Kammermusik (1939; Musica da camera). È anche autore della raccolta di strofe popolari, in parte in dialetto viennese, Wienwörtlich (1935; Vienna alla lettera). Nel 1941 ottiene il premio letterario Grillparzer-Preis insieme a Mirko Jelusich. Nel 1944 esce la raccolta di liriche Dokumente des Herzens. L’8 aprile 1945 Josef Weinheber sceglieva il suicido o meglio la libera morte, in tedesco “Freitod”, per non cadere nelle mani dei russi. Secondo Ida Magli (in http://leguerrecivili.splinder.com/archive/2004-06 ) “si spegneva così una delle ultime voci di consapevolezza tedesca”. Con i sovietici già dentro Vienna il poeta, pochi giorni prima del suicidio, scrive questa nota: “E’ necessario rappresentare ancora una volta la sostanza di tutta la poesia occidentale prima che essa venga travolta nel generale naufragio dello spirito”.
Poi, prima della sua tragica scelta: “Una povera esistenza si salva sempre/nella venale eredità di un giorno venale/ grande è soltanto il nostro sacrificio./Anche la terra si disperde e gli dei muoiono/eppure, anche la morte continua./Permane l’inutilità e dura anche la notte che ci avvolge./A noi non si addice domandare./A noi si addice cadere, ciascuno sul proprio scudo.”
Nel 1947 viene pubblicato postumo Hier das Wort (Qui è la parola). Per diverso tempo i libri del poeta furono proscritti dal governo austriaco ma la raccolta completa del suo lavoro apparve tra il 1953 ed il 1956 in cinque volumi. Nello stessa cittadina di Kirchstetten nel 1958 acquisterà una casa il poeta inglese Wystan Hugh Auden 1907-1973 che è sepolto nel cimitero della chiesa cattolica. La sua abitazione (Hinterholz 6 oggi museo) distava pochi metri da quella di Weinheber. Auden dedicherà una poesia al poeta austriaco che, malgrado si fosse riavvicinato al cattolicesimo, non poté essere sepolto nel cimitero della chiesa. Auden scrisse nella raccolta Cinque poesie d’occasione “Joseph Weinheber” inserita nella raccolta City Without Walls and Other Poems del 1965 (traduzione italiana Città senza mura, 1981, Mondadori, pagina 50): “Giunge al mio cancello, uno stretto sentiero dal villaggio e s’inoltra in un bosco: quando vado in quel senso sembra giusto fermarmi e guardare dal recinto del giardino nel quale (lo dovevano in quelle circostanze) ti seppellirono come un vecchio amato cane di famiglia”.
Nella poesia Auden ricorda con tristezza la parabola artistica ed esistenziale di Weinheber che immagina “irretito” da “uomini astuti e pericolosi” che lo hanno tenuto all’oscuro dei loro crimini per avere il suo appoggio. La pietà affiora alla conclusione della poesia: “…Guardando in fondo alla nostra valle… rispetterei anche te, mio Vicino e Collega”.
Nel novembre del 1995 la collezione Weinheber è diventata ufficialmente il Museo Josef Weinheber in cui si trovano gli scritti, le fotografie e gli oggetti appartenuti al poeta. Nel giardino della casa museo diretta dal figlio Christian Weinheber-Janota c’è la tomba del poeta.

Museo Josef Weinheber
Josef Weinheber-Straße 36
3062 Kirchstetten
Austria
Tel. (0043) (0)2743 89 89
http://www.kirchstetten.at/
http://www.weinheber.at/
information@weinheber.at

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