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Berlusconi IV alla prova del 9

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Venerdi 9 Maggio 2008 – 11:55 – Decio Siluro stampa
Berlusconi IV alla prova del 9

Il governo Berlusconi ha ieri giurato al Quirinale e mercoledì prossimo si presenterà alla Camera per il voto di fiducia. Il giorno dopo potrebbe essere convocato il primo consiglio dei ministri operativo, come promesso a Napoli, per dare un segnale forte della volontà del governo di affrontare seriamente e senza indugi l’emergenza rifiuti della regione Campania.
Tra i dodici ministri con portafoglio, due saranno quelli sui quali verrà concentrato il maggior interesse della gente: Tremonti e Maroni.
Dopo il governo delle tasse e la sciagurata politica economica di Padoa Schioppa, Giulio Tremonti, che spesso ha dato prova di idee chiare su come affrontare la crisi mondiale del capitalismo, potrebbe finalmente invertire la tendenza, ma bisogna vedere fino in fondo qual è la situazione di competenza e di cassa lasciata dall’esecutivo precedente. In queste cose la sinistra erede del Pci è maestra, basta vedere il buco nero lasciato nei conti del comune di Roma dalle gestioni di Rutelli e poi di Veltroni.
L’altro ministro ad alta visibilità è il leghista Roberto Maroni. La campagna elettorale è stata in gran parte giocata sul tema della sicurezza e della volontà ad affrontare l’emergenza immigrazione, ormai diventata una piaga per i cittadini italiani. Il Carroccio è sempre stato quello che ha fatto la voce più grossa ed ora il ministro “padano” ha l’obbligo di trasformare le promesse in fatti concreti. Maroni non potrà fare miracoli, anche perché il centrodestra rappresenta anche gli interessi di quella razza padrona che sullo sfruttamento degli immigrati e sull’indebolimento del potere contrattuale dei lavoratori italiani costruisce un buon profitto, ma dovrà comunque mandare segnali forti, soprattutto con una tolleranza zero nei confronti dei clandestini e di coloro che vivono in Italia per delinquere. Adesso circola ovunque la voce che l’Italia sia una nazione senza regole, attirando così disperati e delinquenti di ogni sorta da ogni angolo del pianeta. Una politica più restrittiva contribuirebbe a disincentivare alla fonte nuovi viaggi della disperazione.
Ieri è stato anche il giorno, o almeno avrebbe dovuto esserlo, del famoso governo ombra di Veltroni. I nomi dei ministri ombra non sono ancora stati resi noti ma una cosa è certa: sarà un monocolore Pd.
L’Idv di Di Pietro non sarà rappresentata nel gabinetto virtuale e l’ex Pm è stato molto duro nei confronti di Veltroni. In realtà pare che Veltroni non abbia convinto nessuno dei dipietristi ad entrare nell’esecutivo ombra, ma certo non deve essersene preoccupato molto, decidendo poi di andare avanti in solitudine per la sua strada senza nemmeno avvertire il leader alleato.
Certo è che dovevano fare un solo gruppo parlamentare e non lo hanno fatto; dovevano fare insieme un governo ombra e non lo hanno fatto: i rapporti tra Pd e Idv sembrano tuttaltro che idilliaci. Viene da domandarsi cosa sarebbe successo se il centrosinistra avesse vinto le elezioni: saremmo già alla crisi di governo? Certamente no. Sappiamo tutti che le poltrone, quelle vere, sanno appianare ogni polemica. I ministeri virtuali non hanno lo stesso fascino, ma Veltroni sembra destinato a diventare lui stesso un leader ombra, visto che non ne ha “azzeccata” propria nessuna negli ultimi mesi. E un’ombra, quella di D’Alema, comincia già a proiettarsi sulla figura del piccolo Kennedy de’ noantri.

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