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Qualche consiglio

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Mercoledì 14 Maggio 2008 – 14:49 – Paolo Emiliani stampa
Qualche consiglio

L’immigrazione selvaggia è una minaccia non solo alla sicurezza, come immediatamente avvertono tutti gli italiani, ma anche all’identità nazionale, alla nostra cultura, alle nostre tradizioni.
Il governo Prodi e le amministrazioni locali guidate dal centrosinistra, come quella di Veltroni a Roma, sono state, per ideologia e per incapacità, imbelli davanti all’emergenza. Non solo non hanno arginato i flussi migratori, ma, con il loro permissivismo falso buonista, hanno incentivato nuovi arrivi. Per questo, soprattutto per questo, la sinistra ha straperso le elezioni. Per questo nel centrodestra la Lega è cresciuta più di tutti.
L’Italia, che dopo gli anni del pensiero obbligatorio politicamente corretto ogni giorno si scopre più intollerante e xenofoba, a volte persino razzista, vuole vedere, e subito, fatti concreti ed il ministro Maroni non chiede di meglio per dimostrare subito la concretezza leghista, quella erede del “cellodurismo” bossiano.
Maroni si dice pronto a far varare il pacchetto sicurezza già dal Consiglio dei ministri che si terrà mercoledì 21 maggio a Napoli. La bozza dovrebbe essere messa a punto entro venerdì e sicuramente prevede misure fortemente restrittive, ma l’inquilino del Viminale non sembra più tanto sicuro circa l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, ufficialmente a causa della normativa europea, ufficiosamente perché forse si è reso conto delle controindicazioni collegate ad un provvedimento del genere.
Maroni ha già detto che la parola “sanatoria” non fa parte del suo vocabolario, ma la realtà in Italia è più complessa di quanto la si vorrebbe far apparire. Nel 2007 su 170mila posti a disposizione (i famosi “flussi”), le domande sono state oltre 720mila. Facendo due conti semplici semplici vengono fuori oltre mezzo milione di clandestini che lavorano in Italia ed il 60% di loro sono colf e badanti, cioè lavori non surrogabili da personale italiano.
A questo numero va aggiunto l’altro, meno quantificabile, di clandestini che non hanno un lavoro fisso o che un lavoro non lo cercano nemmeno, perché dediti al malaffare.
L’azione repressiva deve essere indirizzata contro questa ultima categoria, chiarendo bene a loro ed a chi volesse imitarli che l’Italia non è più il paradiso senza regole dove poter delinquere tranquillamente.
Coloro che invece un lavoro già ce l’hanno andrebbero comunque regolarizzati (se la parola sanatoria non va bene usiamola un’altra) per parecchi motivi.
Perché così pagherebbero le tasse ed i servizi che già usufruiscono, come sanità o istruzione per i figli; perché comunque non lascerebbero l’Italia e rimanendo in nero sarebbero più facili preda per malintenzionati che prosperano sui loro bisogni; perché molte famiglie italiane hanno bisogno di loro e rimarrebbero loro stesse nell’illegalità; perché gli stranieri non devono più essere ricattabili da datori di lavoro disonesti ma devono avere gli stessi diritti dei lavoratori italiani; perché continuando a lavorare sottopagati destabilizzano il mercato del lavoro degli italiani.
Fatto questo si chiuda la porta e si mettano le regole. Questa volta per davvero.

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