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Privati di tutto ... "privatizzati"

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Mercoledì 19 Marzo 2008 – 15:06 – Ugo Gaudenzi stampa

Volevano distruggere Alitalia. In qualunque modo. Tutti quanti. Tutti i “responsabili” dell’avvilente crisi della nostra compagnia di bandiera. Tutti i “politici”, tutti gli “imprenditori”, tutti i “sindacati”.
Dal 1992 ad oggi, dal vergognoso governo Amato in poi - quello della maxi-stangata a copertura della svalutazione della lira operata dai “folli Illuminati”, dalla Banda dei Quattro capitanata da Andreatta per benedire Soros con l’insipiente malafede di Ciampi - e dell’inizio delle cosiddette “liberalizzazioni” e cioè della svendita totale del patrimonio pubblico nazionale, quei gioielli di famiglia che assicuravano il futuro economico ad ogni italiano, questo dell’Alitalia è uno dei tanti epiloghi disfattisti a tutto danno della sovranità nazionale italiana. Guardate come stanno operando la nuova rapina, in queste ore, i nostri “manovratori”.
Un Consiglio dei ministri clandestino (sfiduciato dalla sua stessa maggioranza e chiamato all’ordinaria amministrazione... e non è certo ordinaria amministrazione alienare - con fare da furbetti di caseggiato - un bene del popolo italiano) ha dato il via libera alla svendita di Alitalia per qualche centesimo ad azione. Per far tacere le maestranze ha promesso “ammortizzatori sociali” e “stipendi pagati” ai lavoratori da mettere in libera uscita, con ulteriore danno sopravveniente per le casse disastrate del nostro Stato.
L’acquirente ha addirittura - sempre a porte chiuse - dettato ulteriori condizioni per mandare in porto l’acquisizione gratuita, di fatto, del trasporto aereo nazionale italiano: il “piano doloroso”, ha detto Jean-Cyril Spinetta, presidente di Air France, dovrà essere firmato da tutti i sindacati di categoria, piloti, assistenti di volo e personale di terra inclusi, “entro il 31 marzo”.
I sindacati - dopo le roboanti dichiarazioni di prammatica - hanno chinato di fatto la testa. Tanto il male che hanno iniettato negli anni nella struttura aziendale della compagnia di bandiera, non è certo sanabile.
Le opposizioni tutte, stanno a guardare. Altro che “salvare Alitalia” come avventatamente dichiarato una decina di giorni fa da Berlusconi, subito rimesso in riga dagli eurocrati di Bruxelles e dai loro sodali italioti.
Eccoli lì, tutti quanti, attorno al capezzale della compagnia, prima stuprata dai “managers di nomina politica”, quindi violentata dal clientelisno sindacale, ora da loro assassinata.
Privi di dignità, privi di decoro, ci stanno privando di un pezzo di futuro. La chiamano “privatizzazione”.

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