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Sinistra sinistrata

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Martedì 22 Aprile 2008 – 14:59 – Decio Siluro stampa
Sinistra sinistrata

Le grandi sconfitte elettorali, qualche volta, possono essere salutari. La scomparsa dal parlamento dei partiti nell’occasione riuniti sotto l’improbabile cartello “sinistra arcobaleno” è certamente dolorosa, perché tanti elettori non saranno rappresentati, e ciò è ingiusto, ma potrebbe essere salutare la scomparsa dalla scena politica di una classe dirigente responsabile del naufragio politico.
Chi ha prima mobilitato la piazza contro la guerra e poi approvato le missioni militari italiane a fianco dell’invasore atlantico; chi ha promesso giustizia sociale e poi svenduto i contratti collettivi nazionali; chi si autoproclama contro la globalizzazione ma poi è stato fiancheggiatore di privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge; chi dichiara di opporsi ad un eventuale governo di centrosinistra ma poi è in coalizione con lui alle amministrative di Roma per eleggere sindaco un certo Rutelli non merita di rappresentare la sinistra, perché è una falsa sinistra.
Gli effetti dello tsunami elettorale non potevano tardare. Scontato il definitivo divorzio dai Verdi. Inconsistente il loro peso elettorale, negativo quello politico, devastante l’immagine dopo il caso rifiuti a Napoli e dopo il coinvolgimento di Pecoraro Scanio in vicende giudiziarie ancora poco chiare.
Poteva però essere l’occasione giusta per rifondare una sinistra realmente socialista, non settaria, non più legata solamente al falso mito resistenziale, genuinamente contro le guerre atlantiche e a fianco di tutti i popoli in lotta per la loro (e qualche volta anche la nostra) libertà.
Non sarà così. I Comunisti italiani di Diliberto sembrano già indirizzati verso la ricostruzione del loro atollo, con spirito più nostalgico che politico.
Domenica Rifondazione comunista ha consumato la sua resa dei conti interna con le dimissioni del segretario Giordano e la nomina di un comitato che gestirà l’amministrazione corrente fino al prossimo congresso che si terrà a luglio. La fronda è guidata dal ministro uscente Paolo Ferrero, ma anche in questo caso si respira aria di ricostruzione di un fortino salvapoltrone.
Quanto al gruppo ex Quercia che fa capo a Mussi sembra già proiettato verso “Chi l’ha visto?”. Non è improbabile un salvataggio individuale dei “dissidenti” con ritorno all’ovile stile figliol prodigo.
Così i veri nemici del popolo italiano potranno ancora una volta far conto su chi perderà tempo in antistoriche battaglie “antifasciste” piuttosto che impegnarsi sui temi sociali, ormai urgenti, gli unici che veramente interessano la gente che sempre più rischia di precipitare oltre la soglia di povertà.
La sinistra di lotta e di governo ora spera in qualche ballottaggio per salvare poltrona e prebende. Del resto il governo gli è congeniale, la lotta l’ha dimenticata oppure da tempo sbaglia obiettivo.

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