Continua a salire senza sosta il prezzo della benzina. Le ultime quotazioni (eh sì perché ormai siamo ai livelli dell’oro…) sono di 1,413 euro euro al litro per la verde e 1,399 per il gasolio. Come a dire che tra l’una e l’altro non c’è più alcuna differenza. Differenze, invece, che si colgono negli impianti di erogazione dislocati in lungo e in largo nella nostra Penisola. Una rilevazione eseguita di recente dalla Figisc, la Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburante, che ha preso in considerazione 1.300 distributori dislocati in 10 città capoluogo, ha portato alla luce una situazione che varia, e anche di parecchio, a seconda che ci si riferisca al nord, al centro e al sud del nostro paese. Questa la classifica: Napoli 1,422; Bari 1,416; Genova 1,408; Palermo 1,384; Milano 1,383; Roma 1,380; Torino 1,377; Cagliari 1,375; Bologna 1,374; Firenze 1,353. Da ciò emerge che Napoli (e come ti potevi sbagliare) è la città dove la benzina è più cara. Firenze, invece, ha i costi più bassi. Una differenza non da poco. Infatti, ipotizzando di fare un pieno di 50 litri, a Napoli si dovrà sborsare 71,1 euro di fronte ai 67,6 di Firenze, con una differenza di 3,5 euro a pieno. Singolare, poi, la circostanza che le città del meridione hanno quasi tutte prezzi decisamente più alti rispetto a quelle del nord. La cosa ha fatto felice i dirigenti della Figisc i quali hanno creduto di dimostrare, dati alla mano, che nel settore prospera una positiva concorrenza. Ma non si sono fermati qui. Secondo lor signori scegliendo con oculatezza l’impianto giusto, si possono risparmiare anche 150 euro l’anno. Magari, aggiungiamo noi, spostandosi, per fare benzina, da Napoli a Firenze. Mettendo da parte l’ironia e venendo ai drammatici problemi che la vita di tutti i giorni pone, l’entusiasmo della Figisc ci sembra immotivato e fuori luogo. Ci può anche stare che ognuno si adoperi per difendere i propri interessi corporativi, ma la realtà non deve essere mistificata. Nessuno può avere la faccia così tosta da negare che nel nostro paese, in tema di distribuzione di carburante, esista un soffocante cartello di compagnie petrolifere che tutto controlla e stabilisce. Non a caso basta che l’Agip ritocchi i prezzi e, in un batter d’occhio, tutte le altre si adeguano. Proprio come è accaduto anche di recente. E allora, si chiederà sconcertato il lettore, perché mai a Firenze la benzina costa di meno che a Napoli? Per un motivo molto semplice. La variazione del prezzo è determinata soprattutto dalle diverse addizionali regionali sulle accise della benzina che nelle regioni settentrionali sono, in linea di massima, un po’ più basse rispetto a quelle meridionali. Niente a che vedere, dunque, con fenomeni di concorrenza, né, meno che mai, con le presunte liberalizzazioni delle quali tutti, o quasi, si divertono a magnificare le straordinarie doti salvifiche e taumaturgiche. Ancora una colossale bugia, dunque, con la quale si cerca di nascondere la perniciosa realtà. Persino il derelitto governo Prodi, che tanti guasti ha fatto nella sua pur breve esistenza, si era accorto che le compagnie petrolifere giocavano (e giocano) sporco. Sollecitato da numerose denunce di associazioni di consumatori e dall’Antitrust, aveva promesso di intervenire. Niente, però, more solito, è stato fatto, e tutto continua a rimanere come prima. Con buona pace del povero automobilista che vede aumentare sempre più il costo della benzina. Di qui a qualche tempo in molti resteranno davvero… al verde.
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