Cari Lettori, per ragioni indipendenti dalla nostra volontà – gli aumenti delle tariffe di spedizione postale e il lievitare dei costi di diffusione - saremo costretti, dal prossimo aprile, a reintrodurre il prezzo medio di 1 euro per copia nelle vendite in edicola, apportando tuttavia un certo miglioramento grafico (colore) che sarà presente in ogni edizione. Nell’ulteriore logica di una razionalizzazione della distribuzione nazionale in rapporto alle vendite di zona, Rinascita ha deciso sia di aumentare in saggio la vendita del quotidiano su città finora non comprese nel già notevole – per un quotidiano come il nostro – raggio distributivo e sia, con ovvio rincrescimento, di provvedere all’avvio del giornale nelle città e zone di Treviso, Padova, Cesena, Ascoli Piceno, Cesena, Rieti, S. Antimo di Caserta, Isernia, Potenza, Matera,Cosenza e Sicilia (Catania, Siracusa, Palermo, Agrigento, Enna, Caltanissetta) non più a cadenza quotidiana ma per il solo numero del sabato-domenica. Nell’invitare i Lettori dei centri depauperati dalla nostra presenza quotidiana ad attivare abbonamenti postali sostitutivi, ci rimettiamo alla loro comprensione. Il nostro prodotto editoriale, che riteniamo di qualità e che comunque è il continuum di uno sforzo culturale che nel 2004 ha compiuto un secolo di immersione nella storia politica europea, infatti, è da due anni soggetto – e vittima – di rincari che non possono essere compensati dalle vendite. Vendite umiliate dalla concorrenza con giornali detti d’informazione ma in realtà organi pubblicitari di massa e per di più ridotti a veicoli di “allegati” di ogni genere e tipo. Per di più esposto ai demagogici strali dei qualunquisti anti-Stato che – ben evitando di guardare nelle loro, di bisacce, tuonano contro gli aiuti all’editoria. Aiuti che in realtà premiano ed hanno premiato soltanto i cosiddetti “grandi editori” – i reali fruitori della gran parte delle provvidenze pubbliche e che sono riusciti a costo zero a insediare industrie grafiche ed editoriali - ed ogni genere e tipo di bollettino delle parrocchie e delle sette che ingrassano con i denari di tutti. Gli stessi aiuti che premiano a fondo perduto tutte, proprio tutte, le categorie di impresa in Italia: dal settore dello spettacolo all’agricoltura, dalle automobili alle aziende in crisi. Un dato valga per tutti. Sono parole de “il manifesto”, non nostre. Nell’annunciare, a fine 2007, dolorosi tagli nella distribuzione del quotidiano – che non a caso ha indicato anch’esso nella diffusione in Sicilia il suo ridimensionamento – ha prodotto un’analisi contabile sull’incidenza reale delle provvidenze pubbliche all’editoria: il 27 per cento o giù di lì. Una percentuale di “aiuto” ridicola se comparata, mettiamo, ai finanziamenti totali concessi alle attività di spettacolo, alle iniziative del turismo, alle cosiddette scuole di “formazione”, al lavoro socialmente (in)utile, agli sgravi fiscali e contributivi, alle industrie in crisi, agli ammortizzatori sociali, o alle vendite o svendite delle aziende italiane (Alfa Romeo, Telecom, Cirio, Bertolli, Nuovo Pignone etc. etc.) ai soliti noti o alle continue iniezioni di liquidità per le aziende di servizio pubblico per l’energia, per i trasporti, ferroviari, aerei, navali, per le telecomunicazioni e per le radiotelevisioni. E così via. Ma, naturalmente, è più facile sparare sul più debole. E lo fanno. Tutti. Da un Grillo (che dimentica bellamente con quali denari sia stato pagato per i suoi spettacoli, nei teatri e nelle trasmissioni) a un Fini o a un Mastella. Per cortesia. Comunque questo non è un lamento. E’ descrizione della realtà. Perché un fatto è certo: noi andiamo avanti lo stesso. E Voi, Lettori nostri, amici nostri, ogni tanto fate la vostra parte: lasciate una seconda copia del Vostro giornale sul tavolino di una caffetteria. Più Rinascita è diffuso più sono diffuse le idee di noi-voi tutti.
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